La più bella favola del calcio moderno (I parte)

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Photo by Peter Woodentop, CC BY-SA 2.0

Immaginate una stagione in cui alla vigilia della prima giornata la vostra squadra del cuore venga indicata pressoché da tutti gli addetti ai lavori come la principale candidata alla retrocessione: i bookmaker ritengono talmente improbabile che la stessa possa vincere il campionato da assegnarle una quota di 5000 a 1 (puntando 1 euro ve ne pagherebbero cinquemila in caso di vincita), ritenendo la cosa più improbabile dell'avvistamento del mostro di Loch Ness, quotato 500 a 1, o dell'incontro casuale per strada con Elvis Presley vivo (2000 a 1).

Immaginate poi che i vostri beniamini, salvati dalla retrocessione un paio di mesi prima per il rotto della cuffia, vengano per giunta affidati ad un allenatore appena esonerato dalla nazionale che stava guidando, la Grecia, in seguito ad una sconfitta patita contro i dilettanti delle Isole Far Oer; un uomo di grande esperienza, ma che al di là della innata simpatia e di qualche piccola soddisfazione minore, non ha mai inciso più di tanto nel calcio mondiale, e che ora viene definito senza mezzi termini "l'uomo sbagliato" per condurre persino quella piccola squadra, prevedendone la cacciata entro una decina di giornate.

Immaginate ora anche un ambiente per di più è scosso dallo scandalo a luci rosse di tre giocatori, che solo qualche settimana prima avevano avuto la stupida idea di invitare, durante un tour promozionale in Asia, tre ragazze in camera, filmando le proprie performance sessuali arricchite da ignobili insulti razzisti; uno di questi è James Pearson, figlio dell'allenatore Nigel Pearson, che da quelle parti viene considerato una sorta di eroe intoccabile, ma che pagherà con il licenziamento il danno di immagine procurato alla società dal figlio e dai due compagni, a loro volta messi alla porta dal club.

Tutto questo non è l'incipit di una pellicola a tema sportivo, a me tanto care e per le quali ho iniziato un'apposita serie sul blog, ma la condizione in cui giocatori, staff e tifosi del Leicester si trovavano poche ore prima dell'inizio della stagione 2015/2016 della Premier League, il campionato inglese; nella città delle Midlands Orientali la fiducia nella squadra era ai minimi termini, si poteva quasi respirare la rassegnazione ad una triste epilogo di fine stagione, ma secondo la tradizione britannica ogni settimana tutti erano comunque pronti a gremire il King Power Stadium.

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Claudio Ranieri sulla panchina del Leicester accanto a Gus Hiddink, photo by cfcunofficial, CC BY-SA 2.0

Ok ragazzi, l'anno scorso avete giocato con la fame della disperazione, manteniamo lo stesso atteggiamento e ci toglieremo delle soddisfazioni... Dicono che siamo già retrocessi? Se accadrà ne prenderemo atto, ma di sicuro tutti dovranno sudare contro di noi

Inizia con questo discorso dell'allenatore romano la stagione dei Foxes, che dopo mezz'ora del primo tempo sono già in vantaggio di tre reti nella gara casalinga contro il Sunderland, la prima del nuovo campionato, tre punti bissati anche una settimana più tardi, sul campo mai troppo facile del West Ham.

Se erano gli occhi della tigre di hollywodiana memoria ciò che chiedeva Ranieri ai suoi ragazzi, l'obiettivo non si può che considerare raggiunto: le volpi azzannano al collo gli avversari fin dalle prime battute, con partenze razzo che li portano a trovare più volte la via della rete.

"Calcio d'agosto", si dirà, ogni anno c'è qualche squadra delle retrovie che parte forte, per poi rientrare gradualmente alla propria dimensione, e i successivi due pareggi, raggiunti in extremis con Tottenham e Bournemouth sembrano già ridimensionare la partenza razzo, anche se alla squadra va riconosciuta la grande capacità di non arrendersi mai.

Nel frattempo il Manchester City vola, raccogliendo cinque vittorie nelle prime cinque partite,** ma il capolavoro dei ragazzi di Ranieri nella prima partita di Settembre non passa inosservato**: al King Power Stadium arriva l'Aston Villa, che fino a quel momento aveva raccolto solamente quattro punti in quattro partite, e la partita si rivela più difficile del previsto.

A venticinque minuti dalla fine i padroni di casa sono sotto due a zero, ma lo shock serve a ritrovare la furia animale vista nelle prime uscite: al 72' c'è un contatto in area, il pubblico inferocito protesta, ma è solo corner, dagli sviluppi del quale nascerà la rete di De Laet. Uno a due e tutti avanti, alla ricerca del terzo pareggio in extremis consecutivo, che arriva ad otto giri di lancette dal novantesimo.

Lo stadio diventa una bolgia, spinge i propri idoli ad attaccare ancora e a non accontentarsi di una rimonta a metà, e i calciatori, come dichiarato dallo stesso allenatore italiano nel dopo partita (in un impeccabile inglese), ricevono la scossa di adrenalina mista a follia necessaria all'impresa:

Vi siete buttati in avanti a testa bassa lasciando spazio alle loro ripartenze...
Certo, avessimo preso il terzo goal la mazzata sarebbe stata troppo pesante da assorbire, ma in quel momento volevamo solo giocare e vincere...

La fortuna aiuta gli audaci, è un vecchio proverbio latino, ma mai quanto questa volta corrisponde alla verità: i giocatori dell'Aston Villa sembrano tramortiti dalla furia degli avversari e capitolano inevitabilmente all'89' quando il gran colpo di testa di Dyer, entrato ad inizio ripresa, ribalta tutto e spedisce il Leicester al secondo posto in classifica.

Qualcuno già parla di "King Claudio" riferendosi alla guida tecnica della squadra, ma dopo un'altra esaltante rimonta sul campo dello Stoke City, da 0-2 a 2-2 grazie alle reti della coppia d'oro Mahrez-Vardy, la sveglia suona prepotentemente alla settima giornata, quando il Leicester esce pesantemente ridimensionato dal confronto con l'Arsenal, che si imporrà nettamente per 5-2 scavalcandolo al terzo posto in classifica, grazie anche alla tripletta dell'attuale giocatore dell'Inter, Alexis Sanchez.

Dobbiamo resettare in fretta e riprendere a giocare come nelle prime gare della stagione...

Dirà uno sconsolato Ranieri, che riconoscerà sportivamente la superiorità dell'Arsenal e la grande prestazione di Sanchez, divenuto il primo giocatore della storia a realizzare una tripletta in Premier League, Serie A e Liga spagnola.

Continua...


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5 comments
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E' vero una bella favola che dimostra che motivazione, gruppo e determinazione possono far arrivare ovunque...Succederà ancora in futuro che una piccola diventi grande a dispetto dei soldi delle più storiche e ricche compagini? Il Leicester ha dimostrato che è difficile ma mai impossibile.
Bell'articolo e aspetto di leggere il seguito @frafiomatale
@tipu curate

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Ti ringrazio molto, sto cercando di raccontare quell'annata magica meglio che posso, consultando archivi, giornali, video etc... Col calcio fermo provo ad intrattenermi ed intrattenere tutti i calciofili con le belle storie del passato :D Per quanto riguarda la tua domanda credo che sarà sempre più difficile, i soldi conteranno sempre di più, ma non è detto, in fondo mio nonno diceva sempre: " il pallone è rotondo..."

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Io non l'avrei mai esonerato, anche avesse fatto 0 punti nella stagione successiva. Un titolo vinto nel campionato più ricco e più seguito del mondo (cosa che è adesso la Premier League) con una squadra come il Leicester ha un valore inestimabile e Ranieri avrebbe meritato riconoscenza perenna!!

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Sono d'accordo con te, anche se la storia di Ranieri dice che ha sempre fatto meglio nel primo anno che nei successivi, un po' come Conte. Parè che avesse almeno tre o quattro senatori che gli remavano contro la stagione dopo, peccato perché almeno dovevano fargli finire il campionato

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