La più bella favola del calcio moderno (II parte)

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Riassunto parti precedenti

Quante possibilità ci sono che una squadra, indicata da tutti come principale candidata alla retrocessione, riesca a vincere il campionato? Pensate per un attimo di essere il responsabile delle quote di un noto bookmaker internazionale: quanto quotereste la vittoria della Serie A da parte, per esempio, della Spal, ipoteticamente allenata da Roy Hodgson? Cinquecento a uno? Mille a uno? O vi sentireste talmente confidenti da spingervi addirittura ad un folle cinquemila a 1, come accaduto in Inghilterra, nel 2015/16, nei confronti del Leicester.

Questo racconto è la seconda parte della cavalcata vincente che la squadra allenata da Claudio Ranieri compì in quell'incredibile stagione (per chi se la fosse persa può trovare la prima parte QUI), contro tutti i pronostici e in barba a chi riteneva la vittoria del titolo da parte del Leicester meno probabile di un incontro con Elvis Presley vivo, per quella che verrà a lungo ricordata come la più bella favola del calcio moderno.

Ripartiamo dall'ottava giornata, con i Foxes reduci da una pesante sconfitta casalinga 5-2 patita dall'Arsenal e scivolati al quinto posto in classifica.

Il "patto per la pizza" e i primi appuntamenti con la storia

Occorre ripartire subito. Lo ha detto Claudio Ranieri dopo la batosta ricevuta dall'Arsenal, e il tecnico romano non si fa scrupoli nello schierare la squadra, forse per la prima volta in stagione, secondo i dettami del classico gioco all'italiana, con linee corte, difesa blindata e ripartenze; per fare questo, incurante di qualche critica piovuta dall'ambiente, lascia fuori uno dei protagonisti di quei primi mesi, il fantasista algerino Mahrez, in favore della rapidità del giapponese Okazaki, che si rivelerà una vera spina nel fianco della difesa del Norwich, risultando decisivo nella vittoria per 2-1.

"The Tinkerman", l'indeciso, soprannome affibbiato oltre manica all'allenatore del Leicester ai tempi in cui allenava il Chelsea, si gode la pausa per le nazionali in un insperato quarto posto, nonostante, ad ogni conferenza, ricordi a tutti come l'obiettivo della squadra rimanga sempre la quota convenzionale di 40 punti, che garantirebbe, secondo le statistiche, una tranquilla salvezza; alla faccia del suo nomignolo è riuscito in meno di due mesi a dare un'identità precisa alla sua creatura, abbandonando la difesa a tre e plasmandola su un classico 4-4-2, dando più importanza alla copertura corretta degli spazi piuttosto che allo sterile possesso palla. Dopo aver iniziato con i titolari della passata stagione sta gradualmente inserendo alcuni elementi chiave, come il centrocampista Kanté, prelevato dal Caen in estate per appena 9 milioni di euro, ed il dinamico terzino Fuchs, proveniente dallo Schalke in Germania.

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N'Golo Kanté, uno degli uomini chiave per il Leicester. Photo by Fars News Agency, CC BY 4.0

Da vecchia volpe, alla guida di altre volpi, Claudio nota che il vero problema della squadra è la difesa, e l'incapacità di coprire gli strappi degli avversari nei momenti cruciali della partita; alla ripresa il Leicester prende altri due goal a Southampton, nell'ennesimo pareggio in rimonta, che suggeriranno al tecnico una mossa a sorpresa: in caso di clean sheet nella prossima partita, porterà tutta la squadra a mangiare una vera pizza italiana!

E l'impresa riesce. Per la prima volta in stagione la formazione vince senza subire goal, battendo 1-0 in casa il Crystal Palace. La promessa è mantenuta, tutti alla Peter Pizzeria di Leicester City Square, ma in perfetto spirito guascone il tecnico ha un'altra sorpresa: i calciatori non si devono mai rilassare troppo, e pertanto le pizza dovranno prepararsele da soli!

La mossa sembra azzeccata, il gruppo è ormai sempre più unito e lo dimostra un'altra vittoria in rimonta, 2-3, sul campo del WBA qualche giorno dopo, grazie all'ennesima doppietta di Vardy, giocatore che stava per essere messo alla porta in estate, per via di alcune frasi razziste rivolte ad un uomo giapponese all'interno di un casino, e che solo l'intervento diplomatico del buon Claudio è riuscito a sistemare.

In testa ci sono sempre gli sceicchi del City, ora raggiunti dall'Arsenal, ma i "nostri", perché il Leicester diventa un po' la squadra di tutti gli italiani, sono là, staccati di soli tre punti, a distanza di una sola vittoria dalla vetta; i successi che si succederanno saranno due, e alla tredicesima, complici le sconfitte delle rivali, le "volpi" si ritroveranno incredibilmente ancora in testa alla classifica.

Vardy (che appena tre anni prima giocava nella Conference, la quinta serie inglese), a segno per la decima partita consecutiva, diventa capocannoniere con 13 reti, eguagliando il record di Van Nistelroy del 2003 (che supererà addirittura nella gara successiva) e accanto alle dichiarazioni di rito, per la prima volta Ranieri apre alla possibilità di un obiettivo superiore:

Questo gruppo è fantastico. Sono tutti amici e sono contento di allenarli. Abbiamo meritato di vincere, ma raggiungere 40 punti è il nostro obiettivo e fino a quando non lo raggiungeremo non voglio pensare ad altro. Anche se non so dove possiamo arrivare...

A Leicester, nell'ultima giornata di uno straordinario Novembre, arriva lo United di Van Gaal, e con le due squadre distanziate di un solo punto in classifica si respira, per la prima volta, aria di grande sfida: nessuno vuole mancare, lo stadio è stracolmo, la città è in fibrillazione fin dall'inizio della settimana e i ventidue in campo sembrano consapevoli di star vivendo il primo grande appuntamento della stagione.

I Foxes dominano il primo tempo e nel tripudio generale si portano in vantaggio grazie alla rete del solito Vardy, che conclude con successo un'azione di contropiede dopo appena due passaggi; Claudio sovrasta l'altrettanto esperto collega azzeccando tutte le mosse, ma i suoi possono poco contro la maggior fisicità avversaria: Schweinsteiger segna di testa allo scadere del primo tempo e l'argentino Ulloa, mandato in campo nella ripresa al posto di un poco incisivo Okazaki, si divora il goal del possibile nuovo vantaggio, inchiodando la partita sull'1-1.

Nel frattempo il Manchester City torna a vincere, battendo 3-1 in casa il Southampton, e la vetta diventa nuovamente un affare per due. Per il tecnico italiano però non ci sono rimpianti, ma solo grandi sorrisi e una gioia che traspare da tutti i pori: ha regalato alla sua gente un pomeriggio di festa, e al suo pupillo, Vardy, l'appuntamento con la storia:

Sono davvero felice. Abbiamo provato a vincere, ma anche ad aiutare Jamie (Vardy) ad entrare nella storia. La squadra è in una condizione fisica e mentale ottima, se continueremo così fino alla fine del campionato, al di là dei risultati, sarà stata comunque un'annata da ricordare...

Continua...


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