La più bella favola del calcio moderno (III parte)

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Il King Power Stadium di Leicester, photo by Pottercomuneo, CC BY-SA 4.0

Riassunto parti precedenti

Parte I: L'inizio della leggenda
Parte II: Il patto per la pizza e i primi appuntamenti con la storia

Alla vigilia della stagione 2015/2016, il Leicester, in seguito ad uno scandalo a sfondo razzista occorso in una tournée estiva, è costretto a licenziare tre calciatori, tra i quali anche il figlio dell'allenatore Nigel Pearson, che condividerà la stessa sorte a causa del rinnovamento di immagine voluto dalla società.

A guidare la squadra viene scelto un allenatore dalla grande esperienza internazionale e con la fama del perfetto gentiluomo, anche se dal curriculum non proprio esaltante: l'italiano Claudio Ranieri, reduce da una fallimentare esperienza sulla panchina della nazionale greca.

In molti criticano la scelta del presidente tailandese Vichai Srivaddhanaprabha, e i Foxes sono indicati da tutti i bookmaker come i principali candidati alla retrocessione; un loro successo nella Premier League è considerato talmente poco probabile da essere quotato cinquemila a uno, più della possibilità di avvistare il mostro di Loch Ness (500 a 1) o di incontrare casualmente per strada Elvis Presley vivo (2000 a 1), eppure a cinque giornate dalla fine del girone d'andata gli uomini di Ranieri si ritrovano incredibilmente in testa alla classifica...

Cade anche il vecchio nemico

Alle Volpi tocca ora la trasferta in terra gallese con lo Swansea, destinato ad essere guidato da lì a qualche settimana da un altro allenatore italiano, Francesco Guidolin, che porterà la squadra dalla zona retrocessione ad una tranquilla salvezza in centro classifica, ma che ora proviene da un solo punto raccolto in quattro partite.

Il match si rivela senza storia con l'algerino Riyad Mahrez autore della tripletta (primo giocatore algerino della storia a riuscire in Premier League in questa impresa) che fissa il risultato sullo 0-3 nel ruolo di man of the match, con tanto di pallone autografato da tutti i protagonisti pronto a finire nella bacheca personale, e grazie all'ennesima battuta d'arresto imprevista del City, il Leicester si ritrova nuovamente in testa.

L'attenzione di tutti però è ora concentrata sul prossimo incontro casalingo, quando nelle Midlands orientali arriverà il Chelsea, del nemico storico José Mourinho. Tra i due non è mai corso grande feeling, a partire dal momento in cui il portoghese sostituì Claudio sulla panchina del Chelsea, riuscendo in quello che al suo predecessore era sempre sfuggito: vincere.

L'acredine tra i due è esplosa in Italia, quando alle dichiarazioni del tecnico romano, allora sulla panchina della Juventus, circa la sua non necessità della vittoria per riconoscere la qualità del suo lavoro, risponde un piccato José, in versione nerazzurra:

Ho vinto tante cose nella mia carriera, lui chissà, per avere questa mentalità di definirsi uomo che non ha bisogno di vincere…ha quasi settant’anni, ha vinto una supercoppa, una piccola coppa, le grandi cose non le ha mai vinte. Deve cambiare mentalità, ma forse è troppo vecchio...

attaccandolo ancora in seguito con offese più o meno velate:

Ranieri è stato in Inghilterra cinque anni per dire solo "good afternoon" e "good morning"...

Il calcio però è strano e il tempo, secondo un antico adagio, galantuomo, e ora l'italiano si ritrova alla guida di un'utilitaria che sta conducendo la corsa, il rivale su di una fuoriserie che sta arrancando in zona retrocessione.

Ma a correre, sul campo, sono solo i padroni di casa, che chiudono in vantaggio un primo tempo perfetto grazie al goal del solito Vardy, abilissimo a raccogliere un cross dalla sinistra in mezzo alle belle statuine della difesa dei blues, e raddoppiano ad inizio ripresa, con una magia di Mahrez, resistendo al ritorno degli avversari dopo la rete di Remy ad un quarto d'ora dal termine.

Ranieri, solitamente composto ed elegante in partita, qualunque cosa accada, non riesce a trattenere l'esultanza alle marcature dei suoi: per lui questa partita è speciale, i suoi ragazzi sembrano averlo capito e lottano con tutte le loro forze in campo per regalare al loro condottiero questa gioia a tutti i costi.

Il Leicester diventa l'unica squadra ad aver segnato almeno una rete in tutte le partite svolte fino a quel momento, con le punte di diamante Vardy e Mahrez rispettivamente giunti a quota 15 e 11 segnature. Mourinho, per la cronaca, viene esonerato dopo la partita e la conseguente lezione di calcio impartita dall'allenatore che tanto denigrava.

Ma non c'è tempo per rilassarsi che è già ora di spostarsi verso Liverpool, dove a Goodison Park l'Everton di Lukaku attende le Volpi per l'ultima partita prima di Natale: sono due rigori realizzati da Mahrez (il secondo dei quali conquistato da Vardy) e la rete di Osazaki a regalare altri tre punti sotto una pioggia battente, mentre il Manchester City cede di schianto anche contro l'Arsenal, che diventa la seconda forza del campionato.

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Mahrez in azione, photo by Ronnie Macdonald from Chelmsford and Largs, United Kingdom, CC BY 2.0

Sarà nella partita del boxing day però, che Liverpool mostrerà la sua faccia più amara ai nostri: Vardy (che gioca nonostante un attacco influenzale) e Mahrez sembrano poco ispirati, un po' come tutta la squadra che patisce più del solito la vivacità avversaria e la bolgia di Anfield. Dopo venti minuti del secondo tempo Benteke si allunga in area su un traversone proveniente da sinistra, spedendo il pallone nell'angolino e **il boato del pubblico di casa fa da cornice ad una smorfia sul volto di Claudio. **

Il tecnico prova a mischiare le carte inserendo Ulloa e Dyer, ma i suoi non sono mai realmente pericolosi: finisce uno a zero per i reeds, che non perdono una sfida del boxing day addirittura dal 1986, mentre per il Leicester questa è la prima gara di campionato senza segnare nemmeno una rete.

Oggi eravamo troppo nervosi, l'umore della squadra non è buono, ma dobbiamo cancellare in fretta questo scivolone perché tra due giorni avremo un altra montagna da scalare (il Manchester City)...

L'Arsenal, che avrebbe potuto prendersi la vetta sfruttando la sconfitta della capolista, cede contemporaneamente 4-0 in casa del Southampton, mentre il City prende la palla al balzo per presentarsi alla vigilia dello scontro diretto con l'obiettivo dell'aggancio.

La battuta d'arresto patita solo 48 ore prima sembra frenare inizialmente l'entusiasmo visto fin ora al King Power Stadium, e la partita non decolla: Vardy fallisce l'occasione più ghiotta della gara e la squadra non riesce ad evitare la seconda di fila senza reti, impattando zero a zero.

La vittoria dell'Arsenal sul Bournemouth appaia le due squadre in testa alla classifica, anche se, per il regolamento inglese sono ora i Gunners, con la miglior differenza reti, a guidare la Premier League, al termine del girone d'andata.

Ranieri definisce il campionato "pazzo", dato che nessuno sembra voglia vincerlo, ma per la prima volta ammette che, per quanto possa essere difficile, anche i suoi combatteranno fino alla fine per provare ad allungare questo sogno il più possibile:

Nel secondo tempo abbiamo provato a vincere. Ho pensato che spingendo avanti le linee avremmo anche potuto perdere, ma che alla fine non importava, quello che contava era dare un segnale ai miei giocatori, fargli capire che anche noi, se ci impegnamo a fondo, siamo all'altezza di questi grandi club...

Continua...


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