La più bella favola del calcio moderno (parte V)

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Photo by Pioeb, CC BY-SA 4.0

Riassunto parti precedenti

Parte I: L'inizio della leggenda
Parte II: Il patto per la pizza e i primi appuntamenti con la storia
Parte III: Cade anche il vecchio nemico
Parte IV: Duello con l'Arsenal e capolavori di tattica italiana

Mancano tre mesi alla fine della Premier League, e il Leicester, squadra affidata in estate all'allenatore italiano Claudio Ranieri, si trova incredibilmente in testa alla classifica, con cinque punti di vantaggio sulla coppia Arsenal-Tottenham.

La portata dell'impresa è ancora più comprensibile se si pensa che, ad inizio stagione, una vittoria della Premier League da parte della squadra delle Midlands orientali era considerato un evento talmente improbabile da venire quotato addirittura cinquemila a uno, rischio che alcune società di bookmakers non avevano mai accettato di prendersi in 130 anni di storia.

I calciatori protagonisti di questa magica cavalcata diventano eroi popolari, tra i quali si distingue la favola dell'attaccante Jamie Vardy, fino a tre stagioni prima impegnato sui campi dilettantistici della Conference (la sesta serie inglese) e ora diventato magicamente attaccante inarrestabile, in grado di realizzare reti da fuoriclasse mondiale.

L'autodistruzione delle rivali

Liverpool e Manchester City sono state asfaltate, ma nella strada che porta alla gloria questa volta tocca superare le resistenze dell'Arsenal, squadra che all'andata aveva pesantemente ridimensionato le Volpi e che ora si gioca in casa la possibilità di mantenere vive le speranze di successo finale.

Gli uomini di Ranieri non cambiano tattica ed affrontano gli avversari con la solita inesauribile energia pressante dei due mediani, Kanté e Drinkwater, che macinano chilometri per rincorrere le caviglie di ogni malcapitato osi transitare nella loro zona; l'Arsenal, un po' come capitato al City la settimana prima, prova a far girare la palla, senza tuttavia affondare, e in uno dei rapidi contrattacchi il solito Vardy conquista il rigore, che trasforma allo scadere della prima metà.

Il Leicester sembra in pieno controllo, una squadra alla quale è impossibile segnare e che comunque, prima o poi, riesce sempre a fare male agli avversari. Gli opinionisti all'intervallo già concordano nell'assegnare, in caso di vittoria, tre quarti del titolo a quelli che sembrano sempre più i padroni del campionato, ma nel calcio, si sa, l'imprevedibile è dietro l'angolo, e una partita che sembra in pugno si può trasformare in un incubo grazie anche ad un solo episodio.

Dopo nemmeno dieci minuti della ripresa il terzino Danny Simpson, già ammonito per un fallo veniale nel primo tempo, trattiene un avversario e finisce anticipatamente sotto la doccia. L'Arsenal prende coraggio e chiude gli avversari nella loro area, trovando il pareggio dopo un quarto d'ora con il neo entrato Walcott.

La gara diventa un assalto alla diligenza, che però resiste stoicamente anche grazie ai "miracoli" del portiere Schmeichel, almeno fino all'ultimo calcio piazzato della partita, quando al quinto minuto di recupero, il colpo di testa di Welbeck (anch'egli entrato nel secondo tempo) batte una stremata linea difensiva, rimasta immobile, e fa sognare l'Emirates Stadium.

I giocatori ospiti escono increduli dal campo con le mani tra i capelli e Ranieri, che pur non perde il tradizionale stile pacato, accusa, nelle interviste post-match, l'arbitro di eccessiva severità, ricordando a tutti però che, seppur battuti, sono loro a guardare tutti ancora dall'alto al basso.

E' tempo di pausa per la capolista, la Premier League lascia spazio nel week-end successivo alle partite degli ottavi di finale della F.A. Cup, competizione dalla quale la banda di Ranieri è già stata eliminata, e l'occasione appare propizia per ricaricare le batterie; il tecnico romano però si accorge che non essere sempre sulla corda, con conseguente allentamento della tensione, potrebbe causare brutti scherzi e tira fuori dal cilindro l'espressione onomatopeica

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ad evocare il suono della campana che da la sveglia a chi non si impegna come dovuto in allenamento.

In conferenza pre-partita indica la gara col Norwich come la più difficile della stagione, anche più di quelle con Manchester City ed Arsenal, e il fiuto dell'uomo navigato non sbaglia: i canarini ingabbiano il Leicester più brutto di tutto il campionato, lento e nervoso per l'intera durata della gara, ma quando dal cielo decidono che è il tuo anno gli episodi sembrano girare costantemente a tuo favore.

A poco più di un giro di lancette dell'orologio dalla fine infatti, con la rassegnazione per un pareggio a reti bianche ormai montante, i Foxes provano l'ultimo assalto sulla destra; il traversone basso viene clamorosamente ciccato da Vardy, ma alle sue spalle diventa protagonista l'argentino Ulloa, appena entrato, che raccoglie con la punta e fa esplodere lo stadio; l'Arsenal perde in casa dello United e ora è il Tottenham a rimanere in scia, staccato di due lunghezze.

Non c'è tempo di rifiatare che Marzo è alle porte, e con esso un altro impegno casalingo, questa volta con il WBA: il Leicester va subito sotto, ma reindirizza la gara al meglio, trovandosi in vantaggio prima dell'intervallo. Una punizione dai venticinque metri riequilibra il risultato sul 2-2 e da quel momento si assiste ad un assalto degli uomini in blu, fermato questa volta dai miracoli del portiere Foster, e due volte dalla traversa.

Tuttavia quando un pareggio interno serve allungare in classifica sulle rivali, inizi a comprendere che questo pazzo torneo sta facendo di tutto per essere ricordato davvero come quello del tuo trionfo: il Tottenham cede infatti sul campo del West Ham e l'Arsenal viene addirittura fermato in casa dallo Swansea; quella che poteva rappresentare una mezza sconfitta prontamente si è trasformata in un passo decisivo verso il titolo, e le belle notizie sembrano non essere terminate.

Claudio sa infatti che il calendario strizza l'occhio ai suoi, mettendo di fronte Arsenal e Spurs quattro giorni dopo, quando mancheranno ormai solo dieci giornate alla fine, mentre il Leicester se la vedrà sul campo del non irresistibile Watford; come nel copione di un film, in cui il lieto fine sembra sempre più chiaro, le due rivali impattano 2-2 e i "buoni" ottengono altri tre punti che scavano un'altra volta un solco dietro di loro.

Nascondersi è ormai impossibile e il tecnico italiano parla ormai chiaramente degli obiettivi della squadra:

Il titolo non è ancora nostro. Dobbiamo combattere molto, passo dopo passo e tenere i piedi per terra. Alla fine vedremo cosa accadrà. Sappiamo che possiamo battere ogni squadra, ma può capitare anche di perdere, così, non ci rimane che procedere passo dopo passo...

Continua...


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