La più bella favola del calcio moderno (VIII e ultima parte)

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Photo by Peter Woodentop, CC BY-SA 2.0

Riassunto parti precedenti

Parte I: L'inizio della leggenda
Parte II: Il patto per la pizza e i primi appuntamenti con la storia
Parte III: Cade anche il vecchio nemico
Parte IV: Duello con l'Arsenal e capolavori di tattica italiana
Parte V: L'autodistruzione delle rivali
Parte VI: Il mondo si accorge del Leicester
Parte VII: L'ultimo brivido di un orizzonte glorioso

Il sogno del Leicester di diventare campione d'Inghilterra per l'edizione 2015/2016 della Premier League è ormai distante matematicamente soltanto tre punti, da raccogliere nelle ultime tre gare di campionato.

Alla vigilia della stagione un'eventuale vittoria del torneo da parte dei Foxes di Claudio Ranieri veniva quotata da molti bookmakers cinquemila a 1, più della possibilità di avvistare il mostro di Loch Ness o di incontrare per strada Elvis Presley vivo, e ora, contro tutti i pronostici e le logiche del calcio moderno, Jamie Vardy e compagni si apprestano a scrivere la storia.

In città l'allenatore romano è diventato una vera e propria celebrità, tanto che il sindaco ha più volte espresso l'intenzione di volergli dedicare una via, ma Ranieri predica calma, c'è da ancora da affrontare, per le ultime volte, il verdetto del campo...

E' tutto vero, che la festa cominci!

Il sindaco Peter Soulsby aveva annunciato in settimana, in barba alla scaramanzia, che la città di Leicester si sarebbe interamente tinta di blu, e così è stato: la Clock Tower, il Municipio, la De Montfort University e persino la Cattedrale Church of St Martin sono stati addobbati di blu, in omaggio al colore delle maglie della squadra.

Attenzione però, perché giocare ad Old Trafford davanti a settantamila persone non è mai facile, e lo United, come visto anche nella partita d'andata, è forse con l'Arsenal la squadra dell'intera Premier League a mettere più in difficoltà le Volpi, per via delle caratteristiche di grande fisicità degli uomini di Van Gaal.

E i reds spingono subito forte, alla caccia dei punti necessari per il quarto posto, trovando la rete dopo pochi minuti con Martial, colpevolmente lasciato solo in area; le telecamere inquadrano immediatamente Ranieri, che applaude i suoi, invitandoli a ricominciare il gioco il prima possibile sena farsi demoralizzare dalla falsa partenza.

Il Leicester reagisce ma rischia di capitolare ancora poco prima del quarto d'ora, quando lo strapotere fisico di Fellaini stoppa un pallone in area servendolo a Lingard, che tira di prima intenzione, ma viene fermato miracolosamente da Schmeichel.

La bellezza del calcio però permette che gli ospiti riescano a pareggiare proprio colpendo al cuore il punto di forza degli avversari, il gioco aereo sui calci piazzati: la difesa del Manchester United si posiziona male e Morgan colpisce di testa in piena area, facendo 1-1.

Anche senza Vardy, che sconta il secondo turno di squalifica dopo l'espulsione rimediata nella gara con il West Ham, gli uomini di Ranieri giocano con coraggio e determinazione, più alla ricerca della rete, che gli consentirebbe di festeggiare il titolo, che con lo scopo di difendere il risultato: ne viene fuori una gara apertissima e vibrante, purtroppo costellata da numerosi errori di valutazione dell'arbitro Oliver (già, proprio quello con il bidone della spazzatura al posto del cuore), che dapprima non prende provvedimenti nei confronti di un'evidente trattenuta di Simpson su Lingard lanciato da solo a rete, poi espelle Drinkwater per una discutibile mano appoggiata sulla spalla di Depay.

Nonostante tutto il risultato non si schioda, ma nel recupero c'è tempo ancora per un doppio miracolo di Schmeichel in uscita, che salva prima su Depay, poi sull'accorrente Rooney, regalando ai suoi un preziosissimo e meritato pareggio.

Anche un solo punto potrebbe bastare per festeggiare l'aritmetica certezza del primo posto, ma si dovrà attendere il risultato del derby di Londra tra Chelsea e Tottenham, in programma (scelleratamente) solo il giorno dopo; Ranieri è ovviamente soddisfatto del carattere mostrato dai suoi, ma dichiara candidamente che passerà i suoi giorni liberi in Italia, per stare in compagnia della mamma anziana, e non guarderà la partita dei rivali.

Partita che, in puro stile di quell'edizione della Premier League, si rivela pazza ed imprevedibile: gli uomini di Pochetino, in doppio vantaggio al termine del primo tempo, si fanno raggiungere infatti dalle reti di Cahill e Hazard, che pareggia a sette minuti dal novantesimo, regalando il titolo al Leicester.

E'fatta, finalmente, alle ventidue, ora inglese, del 2 Maggio 2016, la squadra di Claudio Ranieri, in barba a tutte le quotazioni dei bookmakers e a tutte le previsioni della vigilia, è ufficialmente campione d'Inghilterra.

Una marea umana si riversa per le strade della città, festeggiando fino alle luci dell'alba la più incredibile impresa dello sport moderno: sulle facciate della città, completamente rivestita di blu, campeggia lo slogan #fearless, senza paura, ad omaggiare un gruppo di leoni che da semisconosciuti sono riusciti nell'impresa di mettere in riga società di proprietà di sceicchi o di miliardari internazionali.

Il resto del campionato è pura cronaca di una festa, di una goduria immensa trattenuta 132 anni, e ora esplosa in tutta la sua folle incredibile tangibilità; il presidente tailandese Vichai Srivaddhanaprabha regala a tutta la rosa una Mercedes Classe B Electric Drive dal valore di oltre quarantamila euro, ma il dono più bello è ancora una volta quello di Claudio, che prima della gara casalinga con l'Everton convince il suo amico Andrea Bocelli a cantare per il pubblico allo stadio "Nessun dorma" e "Time to win again".

La vittoria del Leicester verrà ricordata per sempre in futuro non solo come la più bella favola dello sport contemporaneo, ma incarnerà, come accade nei film hollywoodiani, la rivincita dell'uomo "normale", al quale viene ribadito tutta la vita di non agitarsi e di rimanere tranquillo a curare il proprio orticello, perché tanto di più non potrà mai fare.

E sono proprio le parole di Ranieri, che proprio come nell'esempio precedente veniva considerato il classico allenatore medio, indeciso, un normalizzatore mai vincente, la più degna conclusione di questa favola:

La nostra storia, oltre ad essere una gioia immensa per la città, verrà ricordata sempre perchè offre speranza ai giovani e a chi ha sentito dirsi di non essere abbastanza bravo.
Potranno dirsi: 'Come posso arrivare ai massimi livelli? Se Vardy può fare questo, se Kantè può fare questo, allora posso riuscirci anche io. Di cosa ho bisogno per arrivare? Un grande nome? No. Un grande contratto? No. Una mente aperta, un cuore aperto, batterie cariche e la voglia di correre liberamente."

Fine


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