Ciao Paolo, e grazie.

10 Giorni fa eravamo qui a piangere il più grande calciatore di tutti i tempi: Diego Armando Maradona.
Oggi siamo qui a piangere nuovamente un Dio del pallone, un Dio più normale, meno talentuoso, meno portentoso nei suoi gesti e nelle sue azioni ma nel suo piccolo indimenticabile, soprattutto per noi italiani.
Era il 1982 e la nazionale italiana di Enzo Bearzot stupì il mondo battendo una dopo l'altra le più forti nazionali del pianeta.
Anche Maradona assaggiò un pizzico della tenacia di quella squadra, quando in quello stesso Mondiale la marcatura di Gentile lasciò sulla sua maglia i segni di una battaglia fisica e senza sconti.
Come "el diez" avrebbe fatto 4 anni dopo, quell'Italia vinse, convinse, meritò e meritò oltre ogni ragionevole dubbio, limitando l'Argentina, battendo il Brasile, liberandosi della Polonia e surclassando in finale la favoritissima Germania.
Nelle menti e negli occhi di tutti noi, anche di chi, come me, nell'1982 era lontano dall'essere ancora nato, quell'immagine del presidente Sandro Pertini a Madrid, sorridente e trionfante, simbolo di un'Italia unita per davvero sotto le tinte azzurre della nazionale.
Ma se questo è il racconto in sintesi di quel trionfo, il simbolo, il volto, il fratello che tutti noi ha rappresentato e che nessuno di noi ricorderà è un altro, ed è proprio colui che questa notte a 64 anni ci ha lasciati, ancora un pò più soli di quanto non fossimo.

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Paolo Rossi, per tutti Pablito, fu l'eroe di quella marcia trionfale.
Pensate che su quell'aereo per la Spagna non sarebbe neppure dovuto salire.
Al suo posto avrebbe dovuto esserci Roberto Pruzzo, attaccante abruzzese della Roma, molto più quotato e in forma.
Bearzot scelse questo ragazzino mingherlino a cui non avresti dato 2 lire.
3 Gol contro il famigerato Brasile di Zico.
2 gol in semifinale contro la Polonia di Zibì Boniek.
Un gol in finale a sugellare quella cavalcata.
Paolo Rossi atterrò in Spagna da semi-sconosciuto, ne uscì leggenda.
Ne seguì un pallone d'oro, secondo italiano di sempre dopo Gianni Rivera a conquistarlo, ed una carriera dentro e fuori dal campo che fu un red carpet continuo.
Per noi italiani Paolo Rossi è stato sempre Paolo Rossi, il ragazzo semplice, della porta accanto, sorridente e di casa, un volto familiare, amico, il nome comune, l'uomo medio capace di cose straordinarie.
Con lui abbiamo sognato, con lui abbiamo amato la nazionale e perchè no, anche un pò di più il nostro belpaese.
Paolo Rossi è stato il simbolo di un'Italia unificata sotto i colori dell'azzurro della nazionale.
Paolo Rossi è stato l'emblema dell'ultima Italia veramente amorevole verso i suoi figli, veramente protagonista a tutto campo, veramente orgogliosa del suo passato, del suo presente e del suo futuro.
Con lui oggi muore qualcosa che avevamo già dimenticato da tempo ma che ogni volta tornava a farci visita attraverso i suoi gol in quelle giornate assolate e gloriose dell'estate del 1982.
Per sempre nostre, grazie a Pablito.

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ciao,scusa non avevo visto che l'avevi messo anche tu..

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Non ti preoccupare è un social libero, tu puoi pubblicare quello che vuoi e poi oggi dobbiamo ricordare tutti insieme Paolo Rossi. Altrimenti tutti i giornali non dovrebbero parlare della champions tranne 1 ahah. Ciao e buona giornata

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