Il calcio di una volta: il trofeo "Palla d'argento Dapples"

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Il Genoa, primo campione d'Italia nel 1898. Seduto, al centro, Henry Dapples. Immagine di pubblico dominio

Henri Arthur Dapples, di nazionalità svizzera ma nato a Genova, fu uno dei primi calciatori che la storia del pallone italiano possa ricordare, nonché uno dei primi campioni d'Italia, nel 1898, proprio con la squadra rossoblu.

Giocò nel Genoa per sei stagioni, vincendo il campionato cinque volte (solo nel 1901 il titolo andò al Milan), per poi ritirarsi nel 1903, divenendo dirigente della squadra della sua città; fu allora che, a proprie spese, per riempire anche i larghi periodi di inattività concessi dal torneo nazionale, ideò e mise in palio un trofeo, denominato "Palla d'argento Dapples", rappresentato per l'appunto da una palla d'argento replicata a grandezza naturale, da assegnare alla squadra che avesse vinto l'originale gara secca basata su sfide dirette.

La particolarità del torneo infatti, riconosciuto fin da subito come ufficiale dalla FIF (antenata della FIGC), che con gli anni assunse un' importanza e un prestigio tale da essere ambito addirittura più del campionato, stava nel fatto che la coppa veniva messa in palio ogni volta dalla squadra detentrice contro la prima formazione che avesse fatto pervenire la propria sfida ufficiale.

Dalla Gazzetta dello Sport dell'epoca si legge:

Questa coppa non potrà mai entrare in possesso definitivo di nessuna società, ma quel club che lo vincerà lo terrà in possesso momentaneo fino a che non venisse vinto da un altro club. Le gare si possono disputare soltanto nel periodo della stagione regolare, dal 1 novembre al 30 aprile.

Le cronache di quegli anni narrano di vicende piuttosto singolari, con litigi e aspri dibattiti tra i rappresentanti delle varie squadre che sostenevano di aver conquistato il diritto alla sfida; inizialmente il regolamento prevedeva infatti che la candidatura ufficiale dovesse pervenire via posta, accettando poi, in un secondo momento anche lettere di sfida presentate a mano.

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La Pro Vercelli nel 1908, campione d'Italia e detentrice per due volte del trofeo Dapples. Immagine di pubblico dominio

Non era raro assistere, al termine del fischio finale, a vere e proprie corse tra i dirigenti di squadre diverse, con tanto di spinte e gomitate per raggiungere i colleghi della formazione detentrice; siccome era spesso difficile prevedere, prima dell'inizio delle gare, quale squadra avrebbe prevalso, i rappresentanti degli sfidanti si presentavano al campo con due lettere distinte, o con una missiva alla quale veniva aggiunta in fretta e furia l'intestazione.

Le sceneggiate ed i litigi furono tali che la Federazione, in un secondo momento, stabilì che la lettera di sfida dovesse essere presentata a mezzo telegramma, ma anche questo non servì a dirimere le questioni, dal momento in cui, molte società inviavano i telegrammi all'ora presunta della fine della partita ad entrambe le squadre, a volte spedendoli addirittura in anticipo sul triplice fischio finale.

La prima gara venne disputata il 20 Dicembre 1903, e dopo le prime due partite, tra il Genoa e l'Andrea Doria finite entrambe in parità, che secondo regolamento assegnarono il trofeo alla squadra detentrice (in questa occasione gli organizzatori del Grifone), i rossiblu detennero il trofeo per altre otto volte consecutive, perdendolo quasi un anno dopo, l'11 Dicembre 1904, sempre contro l'Andrea Doria (società ancora oggi attiva come polisportiva con le sezioni di nuoto, pallannuoto, arti marziali, tennis e ginnastica).

Da quel momento in poi comincerà l'epoca del Milan, capace di detenere la coppa quasi ininterrottamente per tre anni, fino al 15 Novembre 1908, quando dovrà cederla quasi inaspettatamente alla Pro Vercelli, perdendo tutte le future sfide e i relativi tentativi di riconquista.

L'ultima edizione della "Palla Dapples", ormai ridotta a torneo di minore importanza dalla riforma del campionato italiano, si tenne il giorno di Santo Stefano del 1909, quando il Genoa batte 10-0 la formazione di dilettanti dello Spinola Genova. In totale vennero disputate 48 edizioni, con il Milan a farla da padrone con 22 vittorie.

Diverse furono le situazioni particolari e decisamente strane se rapportate al mondo moderno, come ad esempio ciò che accadde nell'edizione del 10 Novembre 1907, disputata tra Milan e Ausonia, quando la partita venne sospesa per la rottura del pallone, o i quattro cambi di titolo in un mese tra Pro Vercelli e Juventus, tra il Novembre e il Dicembre del 1908.

Il trofeo campeggia ancora oggi orgogliosamente in una sala del Museo del Genoa, accanto alle altre conquiste della società ligure, simbolo di un passato glorioso e di un calcio pioneristico che ormai non c'è più.

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La finale Torino-MIlan di una delle ultime edizioni del trofeo. Immagine di pubblico dominio



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@tipu curate

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Thank you!

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Figurati, bell'articolo!

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Molto gentile, mi fa piacere che l'abbia trovato interessante. Sei un appassionato di calcio per caso? No, perché io sono alla caccia di intervistandi per il mio podcast "Italyco Pallone", se avessi una mezz'ora libera prossimamente e ti facesse piacere sarebbe grande :D

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Ciao, diciamo che lo ero.. ma da quando il calcio è diventato solo soldi ed esibizione piuttosto che uno sport, me ne sono disinnamorato al punto da non seguirlo più. E' questo uno dei motivi che mi ha spinto ad apprezzare il tuo articolo, perchè parla della storia del calcio e di quella parte pulita che oggi si è quasi completamente persa.

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