La Coppa Italia delle cenerentole

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Immagine di pubblico dominio

Tra questa sera e domani si disputeranno le semifinali dell'edizione 2019/2020 della Coppa Italia, che vedranno impegnate le prime tre squadre della classifica attuale, Juventus, Inter e Lazio, più il Napoli di Rino Gattuso, squadra che più di ogni altra ha impensierito i bianconeri campioni d'Italia durante l'ultimo ciclo vincente.

Nella mente degli organizzatori, questa formula, che regala buone probabilità alle prime otto della Serie A dell'anno precedente di arrivare a disputare almeno i quarti di finale in virtù dell'accoppiamento con squadre minori, è studiata per favorire l'accesso alle fasi calde della competizione alle protagoniste più blasonate, favorendo così, almeno queste sono le intenzioni, lo spettacolo e l'interesse del pubblico e delle TV.

Eppure la seconda competizione italiana per eccellenza non è sempre stata studiata in modo da sospingere le "grandi"; anzi, non è raro trovare, spulciando gli almanacchi delle edizioni precedenti, veri e propri exploit di squadre minori, capaci di arrivare a giocarsi il trofeo al cospetto di formazioni più rinomate.

In particolar modo in questo articolo ci concentreremo sulla Coppa Italia 1961/62, che venne ribattezzata la "Coppa delle cenerentole" in quanto le società più blasonate, alla vigilia candidate per il successo finale, uscirono di scena, chi prima chi dopo, piuttosto inaspettatamente, lasciando strada a delle vere e proprie outsider.

Primo turno

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Il Genoa, promosso in Serie A al termine della stagione. Immagine di pubblico dominio

Nel primo turno, riservato alle sole squadre di Serie B, a passare alla fase successiva, tra le altre, furono il Napoli, dopo un'interminabile serie di calci di rigore nella partita casalinga con l'Alessandria, la Lazio, che eliminò il Genoa destinato a fine anno a vincere il campionato cadetto, e il Modena, che con i partenopei andrà ad occupare le altre due posizioni valevoli per la promozione in Serie A.

Particolare la situazione venutasi a creare al San Paolo, dove la parità non accennò a terminare né alla fine dei tempi supplementari, chiusi sull' 1-1, né al termine della prima serie di sei rigori, che come regolamento dell'epoca prevedeva, erano calciati tutti da un solo giocatore per squadra; ci volle l'intervento di un delegato della Federazione, dopo un quarto d'ora di accesi conciliaboli tra arbitri, sala stampa e addetti vari, per stabilire che il napoletano Bodi e l'alessandrino Bettini avrebbero dovuto continuare a calciare un rigore a testa fino al momento in cui la situazione di parità non fosse terminata, il che accadde al primo tiro, dopo la parata del portiere azzurro.

Secondo turno

Nel turno successivo, disputato ad Ottobre, tutte le squadre di Serie A iniziarono il loro cammino verso la finale di Roma, tranne Inter, Torino, Roma e Vicenza, favorite dal sorteggio che le promosse già agli ottavi di finale.
A sorpresa caddero subito le prime teste importanti, dato che vennero eliminati i futuri campioni d'Italia del Milan, per mano dei cadetti del Modena, il Palermo, nella trasferta capitolina con la Lazio, il Bologna, che si piazzerà quarto in Serie A, sconfitto a domicilio dal Catanzaro, e la Sampdoria, ancora ai calci di rigore per mano del Napoli, in un San Paolo pazzo di entusiasmo.

Ottavi di finale

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Una formazione dell'Inter, seconda in Serie A a fine anno.
Immagine di pubblico dominio

Gli ottavi di finale videro poi segnare il passo anche all''Inter, che contenderà fino alle ultime giornate lo scudetto ai cugini, ma che fu inaspettatamente regolato a domicilio dal Novara, del Torino, battuto tra le mura amiche 2-0 dal miracoloso Napoli, e della Fiorentina, che verrà strapazzata 4-1 dal Mantova, mentre per la Lazio il sogno di raggiungere i quarti di finale eliminando nella stracittadina la Roma, si infranse soltanto ai rigori.

Quarti di finale

Tra le ultime otto rimaste a questo punto i favori del pronostico erano divisi tra la Roma e la Juventus, nonostante i bianconeri, campioni d'Italia in carica, stessero attraversando una stagione piuttosto complicata dopo l'addio della bandiera Gianpiero Boniperti; le cose però, ancora una volta non andarono secondo pronostici e se i piemontesi regolarono agevolmente il Lecco per 3-0, i capitolini persero incredibilmente in casa 1-0 contro il Napoli; le altre formazione di Serie B sopravvissute fino a questo turno, il Novara ed il Catanzaro, abbandonarono le speranze di una storica semifinale rispettivamente sui campi della Spal e del Mantova.

Semifinali

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La Juventus, campione d'Italia, finirà il campionato addirittura in dodicesima posizione. Immagine di pubblico dominio

Si arrivò pertanto al penultimo atto del torneo, con la Spal, accoppiata dal tebellone alla Juventus, con la possibilità di giocarsi in casa il passaggio alla finale, ed il Napoli pronto a ricevere il Mantova; se la semifinale del San Paolo fu molto combattuta, con i partenopei abili a spuntarla nel secondo tempo, altrettanto non si può dire di quella disputata a Ferrara, dal momento che i padroni di casa riuscirono ad annichilire i bianconeri, con i quali avevano perso entrambe le sfide in campionato, con un secco 4-1.

Finale

La finale della Coppa delle Cenerentole fu pertanto disputata il 21 Giugno 1962 all'Olimpico di Roma tra una formazione di Serie B, il Napoli, capace comunque di guadagnarsi con il secondo posto di fine campionato nuovamente il diritto di giocare in massima serie, e la Spal, appena salvatasi dalla retrocessione per il rotto della cuffia.

Davanti ad almeno ventimila tifosi napoletani, la squadra campana parte in maniera più convinta portandosi subito in vantaggio, ma gli avversari non ci stanno e riescono ad agguantare il pari dopo una manciata di minuti; la tensione per la posta in gioco è altissima e la si legge sui volti dei calciatori delle due squadre, quando il napoletano Corelli, autore anche della prima rete, fallisce un calcio di rigore poco dopo la mezz'ora.

La Spal sembra rinfrancata, ma l'intervallo arriva provvidenziale e nel secondo tempo saranno ancora gli azzurri a trafiggere il portiere spallino grazie ad una rete di Ronzon, quando ormai lo spettro dei supplementari si stava lentamente materializzando.
L'Olimpico canta di gioia partenopea e il Napoli* mette in bacheca il primo, incredibile e inaspettato trofeo della sua storia nell'edizione più pazza di sempre della Coppa Italia.
Viva il calcio!

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Corelli segna su punizione il goal del vantaggio partenopeo. Immagine di pubblico dominio



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According to the Bible, Is the Bible final and complete? How does it support science? (Part 3 of 4)

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