Aspettando la NBA, torniamo con la mente alla debacle 2019 dell'ex dream team

Il peggior risultato sportivo della storia della federazione americana di basket quello "raggiunto" ai mondiali 2019.

Un tonfo che fa ancora rumore e che lascerà un'onda lunga di polemiche e malumori.

Non è bastato avere Popovich in panchina per invertire una rotta che sembrava portare alla deriva sin da subito.

Una nazionale poco dream e anche poco team quella che ha appena salutato i mondiali perdendo clamorosamente con una Francia non sontuosa ed uscendo sconfitta anche dallo scontro diretto con l'altra grande delusa, la Serbia.
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Eppure la debaclè era nell'aria.

Niente LBJ, niente Harden, niente Westbrook, niente Curry. A queste assenze eccellenti che erano nell'aria sono seguite tantissime rinunce di stelle ma anche di ottimi giocatori che avrebbero comunque potuto fare la differenza.

Il risultato è stato avere a disposizione un roster di giocatori buoni e ottime promesse con qualche comprimario che attualmente non risulta essere titolare neppure nella propria squadra di appartenenza.

Ne è venuta fuori una squadra mediocre che se fosse stata una franchigia NBA avrebbe probabilmente raggiunto i playoff senza velleità di titolo.

Ha comunque sorpreso vedere quanto il team USA abbia faticato un po contro tutti.

Con la Francia non c'è stata praticamente storia. E' bastato un ottimo Gobert e qualche lampo di Fournier, Ntikilina e De Colo per mettere KO gli stati uniti.

La storia ci insegna che dopo KO cosi importanti il dream team torna a ruggire, le stelle tornano in nazionale ed il ritorno al successo diventa una missione.

Sarà cosi anche stavolta?



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